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MORFOLOGIA DEGLI SPAVENTAPASSERI

La difesa delle coltivazioni ha sempre rappresentato una esigenza, fin dai tempi antichi. Una grande varietà di animali opportunisti hanno sempre stretto d’assedio le terre coltivate. Si può ritenere che il presidio del podere sia stata la prima risposta del coltivatore a questo problema. Fino a non molto tempo fa’ esisteva nei nostri paesi della Valsugana la figura della “guardia campestre” o “saltero” il cui compito era di percorre la campagna allo scopo di prevenire furti e saccheggi da parte di malintenzionati ma anche di tenere sotto controllo gli animali selvatici (uccelli e roditori in particolare) potenzialmente pericolosi per i raccolti. A questo scopo i guardiani di vigna del meranese si acconciavano con pelli di volpi, piume multicolori, catene fatte di conchiglie e denti di cinghiale, che camminando, producevano bagliori e suoni la cui funzione era di spaventare gli intrusi.

L’onerosità di questa soluzione e la necessità, anche, di integrare il presidio diretto, sono probabilmente alla radice della comparsa di qualche cosa che eserciti, in qualche modo, la funzione di deterrente: Lo spaventapasseri appunto, figura generalmente antropomorfa posta nei campi allo scopo di segnalare la presenza dell’uomo del quale gli animali, da sempre hanno timore.

Nella realizzazione di questo manufatto, quasi esclusivamente autocostruito, recuperando ciò che già ha avuto un suo uso,  entrano in gioco  materiali ed oggetti propri del tempo in cui sono impiegati e che rappresentano quindi una testimonianza di valore etnografico atta a descrivere momenti e condizioni di vita, come dimostra il materiale raccolto da Faganello.

Per aumentare il potere di dissuasione, a volte, è necessario superare la staticità del classico spaventapasseri, usando materiali che, riflettendo la luce, producano bagliori indicanti una presenza umana.

La difesa del campo spesso è affidata a presidi che, abbandonata la conformazione antropomorfa, si caratterizzano per la loro capacità di produrre movimenti… oppure semplicemente  suoni. Anche il posizionamento dello spaventapasseri riveste una grande importanza per la difesa del campo, dell’orto, del vigneto.

In ogni caso lo spaventapasseri rappresenta sempre un esempio di inventiva, fantasia e sagacia magistralmente descritto e rappresentato dalla mostra permanente al Mulino Angeli di Marter di Roncegno. In occasione del suo allestimento  è stato pubblicato il libro “Spaventapasseri” di Flavio Faganello, una delle ultime opere dell’autore. L’opera, dalla quale è tratto il materiale visibile in queste pagine, è a disposizione del pubblico e può essere acquistato presso il Museo.

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